Erpici a dischi Horsch, tutte le novità della serie “Tiger”

I rigori di fine inverno possono creare condizioni difficili per chi intende effettuare le lavorazioni di affinamento del terreno dopo l’aratura autunnale. Altrettanto complicato preparare i fondi alla semina tramite pratiche di minime lavorazioni, una sfida che diventa peraltro ancora più impegnativa in caso vi sia una significativa presenza di pietre. Difficile non significa però impossibile e quindi risulta comunque possibile preparare i piani di semina anche con un solo passaggio, incorporando contemporaneamente i residui colturali precedenti, incluse eventuali cover crops.

Il singolo passaggio, ove realizzabile, permette inoltre di contenere sia i tempi dedicati alle lavorazioni, sia i costi di carburante e di manodopera. Il tutto a patto ovviamente di scegliere attrezzature versatili e polivalenti viste le forti differenze che possono intercorrere fra un appezzamento e l’altro. Proprio le qualità che non a caso caratterizzano gli erpici a dischi e denti della serie “Tiger” di Horsch, una linea di prodotto declinata nelle tre differenti sottoserie“As”, “Lt” ed “Mt”.

Grazie all’azione combinata di quattro file di denti “TerraGrip” e dei coltri “MulchMix”, tutti i diversi modelli che fanno capo alla serie “Tiger” riducono, a pari profondità di lavoro, fino al 20 per cento la forza di trazione necessaria rispetto ad analoghe soluzioni disponibili sul mercato. All’affinamento e alla successiva compattazione dei primi centimetri di suolo è poi delegata la coppia di rulli “RollPackPacker” dal diametro di 62 centimetri,sostituibile in caso si operi suterreni più sciolticon un rullo singolo gommato di un metro di diametro. Le eventuali cover crops possono però creare intasamenti durante l’avanzamento del cantiere e per ovviare a tale problema gli erpici “Tiger” propongono un’elevata luce libera da terra, proponendo spaziature di 92 centimetri fra le file di denti che risultano a loro volta fissati a un robusto telaio che assicura un’altezza da terra di 85 centimetri.

Sei modelli per le versioni “As”

Così configurate, le attrezzature sono in grado di affrontare ogni tipologia di terreno, con le versioni “As” che guardano maggiormente ai terreni medio-leggerigrazie alla capacità di raggiungere profondità di lavoro che spaziano da un minimo di cinque a un massimo di 35 centimetri, così da garantirel’incorporazione omogenea di paglia e cover crops.



In caso di aratura precedente, possono invece essere utilizzati per effettuare lavorazioni superficiali, affinando il letto di semina con un’unica lavorazione leggera attraverso un fronte operativo che spazia tra i tre e gli otto metrie a cui fanno eco masse che, in funzione dei sei modelli disponibili, coprono un range compreso tra i tremila e 540 e i settemila e 120 chili. Più compatte longitudinalmente, le versioni “Lt” sono invece caratterizzate da tre ranghi di denti e da un rullo gommato posteriore che le indirizzano maggiormente verso i terreni sciolti, sui quali è possibile ampliare le larghezze operative senza gravare troppo sui consumi di gasolio.

Le versioni “Mt” per i terreni difficili

Proprio in tale ottica, i quatto modelli “Tiger Lt” propongono ampiezze di lavoro comprese tra i quattro metri e 80 centimetri ei dieci metri e 20 centimetri, a fronte di unpeso che raggiunge anche i dieci mila e 380 chili. Ai terreni di difficile lavorazione per il tipo di impasto per la presenza di residui colturali si orientano infine le versioni “Mt” che operano attraverso l’azione combinata di dischi e di denti, con i primidi tipo dentellato disposti su due file e caratterizzati da un dal diametro 68 centimetri, mentre i secondi, anch’essiordinati su due file, risultano distanziati fra loro con cadenze di 45 centimetri e possono essere seguiti da un rullo gommato opzionale da un metro di diametro preposto all’affinamento finale del terreno.

Con Horsch serie “Tiger” campi lisci come biliardi

Di tipo trainato, “OptipackSd” è il packer universale Horsch di chiusura cantiere abbinabile agli erpici della serie “Tiger”. Il suo ruolo è quello di apportare una frangitura delle zolle complementare a quella già operata dai rulli inclusi nella struttura dell’erpice al quale viene abbinato.

Attraverso la sua doppia serie di dischi lisci di acciaio, realizza infatti la frantumazione fine delle zolle rimaste dopo il passaggio dell’erpice, un’azione che conferisce un consolidamento ottimale del terreno dopo che i suoi strati superficiali sono stati lavorati. Quattro i modelli disponibili, con larghezze di lavoro che attaccano a quattro metri e mezzo salendo poi a cinque metri e 70 centimetri, a sei e 40 e infine a sette e 80 nel modello di maggiori dimensioni. Comune a tutte le versioni la capacità di rientrare nei tre metri previsti dalle normative per il trasporto su strada grazie al sistema di ripiegamento idraulico che compatta la sagoma dell’attrezzatura. In funzione della larghezza del fronte operativo cambiano invece le masse in gioco che attaccano a tre mila e 460 chili con il modello “Optipack 4 Sd” per salire fino ai cinquemila e 500 proposti dalla versione “Optipack 8 Sd”. La presenza di una doppia fila di dischi, distribuiti lungo il profilo in quantità di 39, 49, 55 e 67 in funzione del fronte operativo, permette inoltre una facile regolazione dell’attrezzatura che si traduce nella capacità di operare fino a velocità nell’ordine dei 15 all’ora anche in presenza di terreni particolarmente sassosi, senza peraltro la necessità di interventi manutentivi grazie all’efficacie autopulizia assicurata dagli elementi a disco.

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Titolo: Erpici a dischi Horsch, tutte le novità della serie “Tiger”

Autore: Redazione

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